Adamo ed Eva vengono visti come personaggi immaginari, cosi come tutte le storie a loro connesse, compreso il loro esilio dal paradiso terrestre. Niente di più falso.
Adamo ed Eva sono personaggi realmente esistiti in quanto da loro è nata una discendenza ed è menzionata nella scrittura una genealogia, precisamente nel quinto capitolo del libro della Genesi.
Il racconto a loro inerente è altrettanto reale in quanto ha attinenza con tutta la scrittura e ci sono degli elementi profetici che riguardano eventi futuri 1
La via della perdizione, che appare sempre appagante e attraente rispetto alla via spirituale e della santità, che a volte comporta sacrifici e rinunce.
Adamo ed Eva, secondo quando la Bibbia dice, sono stati collocati da Dio nel giardino dell’Eden2, un territorio situato ad oriente di Israele (Gen 2:8).
Il giardino dell’Eden si presume fosse una zona molto fertile, dal quale partiva un fiume che si divideva in quattro fiumi: Pison, Ghicon, Tigri ed Eufrate (Gen 2:10-14). In base a queste indicazioni il giardino dell’Eden era probabilmente situato nella zona della Mesopotamia meridionale.
Non è possibile che la storia di Adamo ed Eva sia un racconto inventato, in quanto si basa su luoghi storicamente e geograficamente fattibili. Se fosse stato un racconto di fantasia non ci sarebbe stata cura nei dettagli per presentare il luogo dove sono avvenuti i fatti.
Dalla scrittura noi leggiamo che Dio pone Adamo nel giardino dell’Eden (Gen 2:15).
Nel giardino dell’Eden Dio dette delle indicazioni ad Adamo riguardanti il “non mangiare” un determinato frutto (non viene specificato se si tratta di una mela, un kiwi, una banana, un fico d’India o quant’altro) da un determinato albero (Gen 2:16-17) che Egli chiamò col nome di: “albero della conoscenza del bene e del male”.
Egli chiamò col nome di: “albero della conoscenza del bene e del male”. In tutti i libri di botanica non esiste nessun albero con questo nome. Questo ci porta a pensare che l’albero menzionato da Dio non era necessariamente una pianta ma qualcosa di diverso.
Notiamo che in questo giardino dell’Eden subentra una terza figura, ossia il serpente. Il serpente viene definito come la più astuta dalle bestie selvatiche (Gen 3:1).
La domanda che viene fuori è questa: Il serpente menzionato in Genesi si tratta realmente di un serpente come quelli che conosciamo noi oggi? Un rettile strisciante?
No, affatto, per motivi evidentissimi. I serpenti normalmente sono rettili striscianti, non sono più intelligenti di altri animali presenti sulla terra e soprattutto non possono parlare.
Il “serpente” menzionato in Eden invece non solo è molto intelligente rispetto a tutti gli altri animali ma è pensante come l’uomo, se non di più, e ha la capacità di parlare.
Il “serpente”, menzionato nel terzo capitolo della genesi, non aveva quindi forma rettiliana ma era molto più simile ad un uomo che ad un rettile. Una sorta di umanoide.
Il “serpente” lo troviamo anche in altri contesti della Bibbia (Is 27:1; 2Cor 11:3; Ap 12:9; Ap 20:2). Notiamo ancora che il serpente 3 rappresenta l’avversario di Dio, ossia Satana in persona.
Codesto serpente tentò Eva, spingendola a infrangere la regola che Dio aveva dato all’uomo (Gen 3:4-5). Successivamente cadde anche Adamo.
Entrambi mangiarono quindi il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male e di conseguenza vennero cacciati dal giardino dell’Eden (Gen 3:23).
Una fine diversa venne data al serpente, che da quel momento in poi venne maledetto e costretto a strisciare sul proprio ventre, assumendo le sembianze di un serpente come quelli che noi conosciamo, perdendo ogni somiglianza con l’uomo (Gen 3:14).
Quindi Adamo ed Eva furono cacciati dal giardino dell’Eden perché mangiarono qualcosa che non avrebbero dovuto, infrangendo la regola di Dio, oppure quel mangiare rappresenta qualcos’altro ?
Il mangiare il frutto nel contesto di Genesi equivale a disubbidire a Dio e ad uscire dalla sua grazia, spezzando la comunione con Dio. L’intesa che c’era tra Adamo, Eva e il loro creatore viene quindi spezzata.
Ricapitolando: Dio disse loro di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male poiché se l’avrebbero fatto sarebbero morti.
Analizziamo la questione ponendoci ulteriori domande.
Qual’è la cosa che spezza il legame con Dio? La disubbidienza, ossia il peccato.
Il peccato in che cosa consiste ? Nel mangiare banane o pere oppure in comportamenti attinenti al volere di Dio ? Consiste nel commettere azioni impure, che non piacciono a Dio.
Quando il serpente tentò Eva gli disse che lei non sarebbe morta ma che sarebbe diventata come Dio, conoscendo il bene e il male (Gen 3:4-5). Questo è avvenuto ma con delle conseguenze catastrofiche.
Importante notare cosa disse Dio dopo che Adamo ed Eva vennero allontanati: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!» (Gen 3:22)
L’Eterno Dio si pronunciò in questo modo per precludere la vita eterna all’uomo orm
ai impuro e corrotto e quindi indegno di avere vita eterna. Notiamo che la scrittura dice “non stenda più la mano e non prenda” quasi come a fare riferimento al mangiare una sorta di mela da un albero. In realtà quel linguaggio ha un significato simbolico e si ritrova nella scrittura più di una volta.
Molto spesso noi troviamo scritto nella scrittura, più precisamente nel vangelo di Giovanni, le seguenti diciture: “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna“, e anche: “ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna (Gv 6:54; 4:14).
Notiamo quindi come mangiare e bere non si riferiscono mai al mangiare o bere qualcosa in senso letterario ma sempre in senso spirituale e simbolico. Stesso discorso va fatto per quello che viene detto in genesi. Sappiamo quindi che quando in Genesi troviamo scritto “mangiarono il frutto” è un pò come dire “commissero un determinato tipo di azione”, un azione che poteva essere buona o cattiva.
Il mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male corrispondeva ad un azione cattiva, in quanto l’uomo con la conoscenza del bene e del male avrebbe corrotto la propria anima e la propria mente.
Nonostante tutto Eva obbedì al serpente, non tanto per diventare come Dio, ma per un motivo molto più carnale, oserei dire.
La scrittura dice che Eva venne sedotta (Gen 3:13; 2Cor 11:3) e di conseguenza trovò appagante quell’albero dal quale Dio l’aveva messa in guardia (Gen 3:6). Ella vide che l’albero era buono, piacevole agli occhi e desiderabile per rendere intelligenti o acquistare saggezza4 e decise quindi di prendere un frutto e mangiarlo.
Fermiamoci qui e riflettiamo su questo, ribadiamo su questo concetto in modo che sia chiaro.
E’ possibile diventare più intelligenti o saggi mangiando per esempio una mela? No, assolutamente.
Inoltre è importante che la mela che stiamo mangiando appaia bella alla vista?
Non è rilevante, in quanto potrebbe essere buona e avere un buon sapore ed essere brutta esteticamente.
Come facciamo inoltre a sapere se è buona, appagante e gustosa se non l’abbiamo ancora assaggiata?
Non possiamo, a meno che non si tratti di qualcosa che possa apparire vivo alla mente. Qualcosa riguardante un azione che si sta per compiere.
Notiamo che quando Eva ebbe mangiato di quel frutto ne diede anche ad Adamo 5. Se si fosse trattato di una mela ne avrebbe raccolta un altra.
Magari poi ne avrebbero raccolte una ventina e si sarebbero fatti una scorpacciata. Invece da quanto è scritto si sono limitati ad un frutto specifico.
Notare come Dio diede un ordine specifico dicendo: “del frutto …” non disse mai “i frutti …”. Inoltre egli disse “non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare”. Era proibito perfino toccarlo. Per tal motivo non poteva trattarsi di una mela.
Mangiare il frutto quindi corrisponde a compiere un azione, mentre toccare il frutto significa desiderare di compiere quella determinata azione. Sappiamo dalla scrittura che il semplice desiderio, la concupiscenza, rappresenta già di per se un peccato (Mt 5:28; Gc 1:14-15; Rm 7:7; 1Gv 2:16).
Arriviamo al dunque. Di che cosa si tratta quel frutto? Cosa è successo nel giardino dell’Eden?
Ha avuto luogo il primo adulterio della storia. Eva ebbe un rapporto sessuale col serpente e successivamente con Adamo.
Sapendo che Eva era stata creata da Dio per Adamo ella era sua moglie (Gen 2:25). Sta scritto che entrambi era nudi e non si vergognavano.
Molto importante notare che quando commisero l’infrazione si accorsero di essere nudi e con delle foglie di fico si fecero delle cinture (Gen 3:7). Sappiamo che la cintura si mette attorno alla vita e la foglia di fico la usarono per coprirsi gli organi genitali. Le parti del corpo con la quale avevano peccato. Successivamente si nascosero dal loro creatore. Il fatto di nascondersi è dovuto al rimorso di aver fatto qualcosa che non dovevano. A quei tempi il Signore Dio camminava anch’egli nel giardino in forma umana (Gen 3:8).
Molto sciocca la risposta che Adamo diede a Dio quando scoprendolo nascosto gli chiese cosa stava facendo e lui gli rispose che si era accorto di essere nudo e si era nascosto per la paura (3:10). Evidentissima era la paura che Dio scoprisse quello che aveva fatto ma, il fatto di essere nudi era solamente una scusante. Adamo riferì di aver peccato per colpa di Eva (Gen 3:12). In effetti il peccato venne causato da Eva e non da Adamo (1Tm 2:14). Il serpente sedusse Eva ed ella ebbe con lui una relazione sessuale, commettendo adulterio. Adamo scoperto ciò non denunciò la cosa ma fece anche lui l’amore con lei, rendendosi complice di un adulterio. La legge di Dio dice che una donna che tradisce un uomo non è più sua moglie (Es 20:14; Lv 20:10). Adamo avrebbe dovuto riferire a Dio questo fatto, ma egli amava Eva e di conseguenza invece di denunciarla si accollò il suo peccato e si unì a lei carnalmente.
Che cosa rappresenta l’albero della conoscenza del bene e del male?
Esso rappresenta la via della perdizione, del male e quindi della morte. Troviamo scritto che in Eden vi erano due alberi (Gen 2:9): uno della vita (Gen 3:24) e l’altro della morte6.
Quello della morte rappresenta le scelte sbagliate che pongono l’uomo in condizione di rimorso e antagonismo verso Dio. I desideri della carne opposti a quelli dello spirito (Gal 5:6; Ef 2:3; 1Pt 2:11), essi creano un distacco spirituale e quindi sono causa di morte.
L’albero della vita non era propriamente un albero neppure quello, ma rappresentava comunque l’accesso al regno dei cieli. E’ scritto che esso era sorvegliato da dei cherubini e si trovava al centro del giardino.
Adamo ed Eva erano stati creati a immagine e somiglianza di Dio, probabilmente immortali ed evidentemente non erano soggetti ad invecchiamento e non conoscevano la fatica e il dolore. Con la loro dipartita essi divennero mortali e soggetti a fatica, sofferenza e dolore. Questo lo si comprende dal momento in cui vennero cacciati dal giardino.
Ad Eva gli vennero annunciati i dolori del parto e il suo ruolo di moglie (Gen 3:16), questo ci fa anche comprendere che quando venne cacciata era incinta. Ad Adamo venne invece detto che avrebbe guadagnato il cibo lavorando la terra e coltivandola (Gen 3:17-19; 3:23).
Sempre in Genesi, al terzo capitolo, quando Dio maledisse il serpente trasformandolo in un rettile, profetizzò il suo destino con queste parole: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Questa profezia parla appunto di eterna inimicizia tra la donna e il serpente. La donna qui menzionata rappresenta la chiesa di Dio, la sposa di Cristo o corpo di Cristo.
La donna viene menzionata molto nel libro dell’apocalisse. Specialmente nel capitolo 12. Con essa viene menzionato un dragone o serpente. L’eterna lotta tra Satana, Dio e i suoi figli.
I figli di Dio, la stirpe della donna, sono coloro che hanno creduto, vivono in obbedienza alla parola e hanno accettato il messia e i profeti e tutto quello che proviene da Dio.
I figli del diavolo, o figli d’ira, appartengono alla discendenza di Caino. Costoro sono ostili a Dio, come il loro padre Satana (Gv 8:44; 1Gv 3:10; Ef 2:3). Essi non praticano l’amore fraterno, sono inclini al peccato, non si interessano di piacere a Dio e talvolta scherniscono i credenti e ne sono infastiditi.
Quando venne scacciata dall’Eden Eva ebbe due figli, di due padri diversi: Caino e Abele. Il primo ammazzò il secondo in quanto figlio di Satana. Dio marchiò Caino affinché nessuno lo uccidesse (gen 4:15) ed egli ebbe una discendenza (Gen 4:17-18). Notare che in Genesi 5 troviamo la discendenza di Adamo e Caino non rientra in quanto non è figlio suo. (Gen 5:1).
Molti cristiani affermano che Caino e Abele erano entrambi figli di Adamo ed Eva, in quanto non credono alla storia del rapporto sessuale di Eva col serpente.
Esiste però un accorgimento che ci fa notare che Adamo era, si, padre di Abele ma non di Caino. Eva era invece madre di tutti i viventi (Gen 3:20).
Per esempio se Caino fosse stato figlio di Adamo ed Eva non avrebbe ucciso suo fratello, in quanto Adamo ed Eva non erano stati creati con indole omicida. Tale indole Caino poteva averla eredità solo da suo padre, ossia Satana, il serpente.
Quasi tutti affermano che Caino ed E
Abele erano gemelli. Ciò è possibile ma la Bibbia non lo specifica. Infatti è scritto che Eva partorì prima Caino e poi suo fratello Abele. Sappiamo che Eva conobbe7 suo marito Adamo quando erano ancora nel giardino dell’Eden, come ho anche affermato in precedenza8 e quando ne furono usciti (Gen 4:1).
E’ altresì possibile che Caino ed Abele fossero gemelli di una sola madre e di due padri diversi. Un caso di superfecondazione che è stato confermato dalla scienza medica.
Esiste un altro accorgimento che ci fa comprendere che Caino non era figlio di Adamo e riguarda la nascita di Set. La scrittura dice che Set venne dato alla luce per permettere ad Adamo di avere una discendenza in quanto Abele, suo unico figlio fino a quel momento, era stato ucciso (Gen 4:25). Successivamente Adamo ed Eva ebbero altri figli e figlie.
A questo punto un altra domanda che sorge spontanea è questa: perchè Satana ha voluto fecondare Eva? Perchè semplicemente non poteva inviare se stesso in forma umana come fece Dio col Signore Gesù Cristo in quanto Satana non è portatore di vita; egli può solo insozzare e pervertire la vita. Cosi fece attraverso Eva. Inviò la sua semenza, per creare una sua stirpe, ibridizzando l’umanità e condannandola al peccato
LA PERDITA DELLA PUREZZA
Il peccato originale è l’eredità che abbiamo avuto da Adamo ed Eva? No, non è questo. E’ semplicemente la perdita della purezza da parte del genere umano dentro il DNA. Quindi nel mondo troviamo persone (sia uomini che donne) che sono nati con tendenze ad azioni malvagie, prive di rimorsi, e altre che invece sono più incline a fare la volontà di Dio.
A questo punto per rendere chiara la questione a chi avesse ancora dei dubbi mi permetto di aprire una parentesi sull’albero. E’ vero che Dio mandò Adamo nel paradiso terrestre dicendogli che ci sarebbero stati alberi dal quale avrebbe potuto nutrirsi e mangiarne i frutti (Gen 1:29). Infatti in quel modo Adamo non avrebbe avuto bisogno di coltivare la terra per procurarsi il cibo. Fin qui ci siamo.
E’ anche vero però che non tutti gli alberi di cui parla la Bibbia sono delle piante.
Perfino la parola “frutto” nella Bibbia non si riferisce sempre e solo al cibo.
Per esempio nel libro dei salmi viene fatto un paragone tra un uomo di Dio e un albero che produce buoni frutti (Sal 1:1-3); nel libro dei proverbi si parla, invece, dell’albero della vita paragonandolo alla sapienza, al frutto del giusto, ad un desiderio soddisfatto e ad una lingua dolce (Pr 3:18; 11:30; 13:12; 15:4).
Nel libro di Ezechiele, precisamente alla fine del capitolo, si parla di alberi. “Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso; faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò»” (Ez 17:24).
Quale vegetale può essere umiliato o comprendere qualcosa riguardo Dio ? Nessuno. Infatti gli alberi qui menzionati non rappresentano delle piante. Possono essere paragonati a uomini o volontà di uomini. Infatti la scrittura dice più volte che Dio mette gli ultimi al posto dei primi, innalza gli ultimi e abbassa i potenti.
Per quel che riguarda i frutti o il frutto vediamo in deuteronomio che il frutto viene identificato e distinto in: frutto del grembo, frutto del bestiame e frutto del suolo (Dt 28:4; 28:11; 30:9).
Il frutto delle proprie azioni lo troviamo menzionato in Geremia (Ger 17:10; 21:4; 32:19).
Nel nuovo testamento troviamo la distinzione tra frutti buoni e frutti cattivi, alberi buoni e alberi cattivi (Mt 7:17-18; Gc 3:17). Anche in questo caso non si tratta di piante ma di azioni.
IL DILUVIO UNIVERSALE
Quale insegnamento è possibile trarre da questo? Che l’albero dal quale mangiarono Adamo ed Eva non era semplicemente una pianta da dove colsero del cibo ma un azione che portò a delle conseguenze. Il frutto, in quel caso, va visto come “il frutto delle proprie azioni”, un azione cattiva raccolta da un albero cattivo.
Molti di coloro di quelli che non credono alla storia della semenza del serpente e della discendenza di Satana affermano che dopo il diluvio universale si sono salvati solo i figli di Dio e tutta la stirpe di Satana è perita. Infatti Dio mandò il diluvio proprio per quello scopo: uccidere i malvagi (Gen 6:12-13).
La scrittura dice che prima che Dio mandasse il diluvio sulla terra molte erano le persone malvagie e inoltre vi era stata mescolanza dei figli di Dio coi figli del diavolo, i discendenti di Caino (Gen 6:2).
In questo passo di Genesi capitolo 6 si parla di mescolanza tra figli di Dio e figlie degli uomini. I figli di Dio non sono angeli in quanto gli angeli non sono figli ma creature create e non si possono riprodurre. I figli di Dio erano i figli di Adamo mentre le figlie degli uomini erano le figlie di Caino e dei suoi figli.
In questo modo la razza umana si era ibridizzata.
Ovviamente Dio, tramite il diluvio, non avrebbe potuto uccidere i figli della discendenza di Adamo. Ragion per cui decise di Salvare Noè e la sua famiglia che rappresentavano quei pochi rimasti ancora fedeli a Dio (Gen 6:18; 7:7).
Nonostante tutto la semenza del serpente entrò nell’arca attraverso le mogli dei figli di Noè, allo stesso modo in cui Eva contenne il seme di Satana per dare alla luce Caino.
Noè si arrabbiò con Canaan figlio di Cam per un comportamento che ebbe, poco rispettoso (Gen 9:20-25). Questo lo delinea come appartenente alla stirpe di Satana. Nonostante il diluvio il male non venne spazzato via ma una parte di esso rimase ed ebbe una propria discendenza.
Alla luce delle scritture comprendiamo che dai tre figli di Noè: Cam, Sem e Jafet discende tutta l’umanità.
Successivamente Dio fece un patto dicendo che non avrebbe mai più mandato un diluvio con l’intento di sterminare ogni essere vivente (Gen 9:15).
In cuor suo Dio aveva già preparato un salvatore per l’umanità. Egli, il verbo, si fece carne in veste del Signore Gesù Cristo come affermano le scritture per riscattare l’umanità e riconoscere la propria stirpe dalla stirpe di Satana, al quale avrebbe scacciato e la testa ed egli avrebbe insidiato il calcagno.
Questo è quanto avvenne.
Amén
fonte : https://aquiladidio.it/2017/10/14/la-stirpe-di-dio-e-la-stirpe-di-satana/