SANTA LUCIA DA SIRACUSA ALLA SCANDINAVIA PASSANDO PER NAPOLITRA DONI , FALÒ,DOLCI E CANZONI, TUTTI I PERCHÉ DI UNA FESTA CHE COLLEGA LA SCANDINAVIA ALL'ITALIA 13 dicembre segna l’inizio del Natale in Svezia e in Norvegia, giorno in cui si festeggia Santa Lucia: messaggera di luce proprio come il suo nome (lux, lucis). In Italia si dice “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia” ma in realtà lo era un tempo, con il vecchio calendario giuliano, quando la festa della Santa per via dello sfasamento tra i giorni contati (in modo impreciso) dal calendario civile e quelli del calendario solare cadeva al Solstizio d'Inverno. La confusione è nata con l’introduzione del calendario gregoriano che ha rimesso a posto il tempo, ma ha eliminato dal vecchio calendario un bel po’ di giorni. Una volta, nel Medioevo, a causa del calendario giuliano che anticipava rispetto all’anno reale, il giorno del solstizio invernale era retrocesso dal 21 al 13 dicembre. Per questo motivo Santa Lucia, martirizzata a Siracusa proprio in quella data, assunse il patronato sul solstizio: un momento magico perché segna la rinascita simbolica del sole. L’errore fu corretto poi nel 1582 col nuovo calendario gregoriano ancora in funzione, ma tuttora un antico proverbio afferma che “Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia”. Lucia pare fosse una ragazza siciliana cristiana (per la precisione di Siracusa) vissuta nel ultimo ventennio degli anni del 200 a.C. che piuttosto di sposarsi con un pagano preferì la morte per martirio. In effetti una Lucia venne martirizzata a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano, ma non si sa come e perchè Prima che Babbo Natale diventasse l'internazionale dispensatore di regali per i bambini, era Santa Lucia a volare sui campi ricoperti di neve con una corona di luce sopra i capelli, e ancora oggi in alcune regioni d’Italia (ad esempio nel Trentino occidentale, nel Veneto, nel Bergamasco e nella Brianza) si aspetta Santa Lucia, che passa nella notte tra il 12 e il 13 dicembre a cavallo del suo asino per portare regali ai bambini. La venerazione della Santa dal Sud al Nord d'Italia è legato al tortuoso percorso delle sue reliquie in particolar modo nel Medioevo sotto la Repubblica di Venezia. Il corpo della santa, prelevato in epoca antica dai Bizantini a Siracusa, è stato successivamente trafugato dai Veneziani quando partiti per le Crociate, saccheggiarono invece Costantinopoli. Oggi il corpo è conservato e venerato nella chiesa di San Geremia a Venezia. Nei paesi scandinavi anche la Chiesa Luterana stranamente celebra la Santa: in Svezia in suo onore, le figlie maggiori della famiglia si alzano prima dell’alba, vestite di una camicia da notte bianca e coronate con rami di biancospino o d’edera e 7 o 12 candele accese. Portano, aiutate dai più piccoli (che rappresentano le stelle), la colazione agli adulti della casa, ossia caffè nero e un dolcetto speciale chiamato in svedese Lussekatt. In teoria i dolcetti dovrebbero essere preparati la mattina stessa, ma più spesso vengono solo infornati o sono serviti quelli preparati il giorno prima. I bambini si mettono in coda dietro Lucia, l’unica con corona di candele, in processione (luciatåget ossia il treno di Lucia), cantano le canzoni tradizionali e l'immancabile Luciasången L'usanza è nata nel 1700 tra le famiglie alto-borghesi della zona intorno al lago Vänern, in vestaglia bianca fermata da una cintura rossa in vita che cantano la canzone di Santa Lucia e salutano con la mano nei supermercati e nelle chiese offrendo sorrisi e biscotti. Quindi anche se il giorno non è considerato festivo è come se lo fosse perchè nelle scuole e negli uffici è tutto un luciatåget, cori e dolcetti tradizionali. Un tripudio di candele, processioni, canti. Nel tempo si sono stratificati tanti significati legati al giorno solstiziale, così il giorno è rimasto sostanzialmente una festa della luce: grandi falò, sfilate con fiaccole e tante cerimonie piene di candele accese per simboleggiare la vittoria della luce sulle tenebre; Lucia è custode del giorno più corto dell'anno (e perciò cieca ovvero priva di luce) ma nello stesso tempo è testimone del passaggio delle tenebre alla luce, perchè dopo il solstizio le ore di luce cominciano progressivamente ad aumentare allungando così la durata del giorno! Sul mare luccica l'astro d'argento. Placida è l'onda; prospero è il vento. Venite all'agile Barchetta mia! La canzone di Santa Lucia (Luciasången) che gli svedesi cantano con tanto fervore non è altro che l'italianissima "Santa Lucia" ovvero la canzone napoletana scritta da Teodoro Cottrau (napoletano di origini francesi se proprio vogliamo cavillare); la canzone originaria non ha niente a che vedere con la Santa ma con un quartiere popolare di Napoli guardato dal barcaiolo che si gode il bel panorama dal golfo di Napoli e si commuove nel vedere il suo rione. Santa Lucia è una santa italiana festeggiata più in Svezia che in Italia e con il 13 dicembre cominciano in maniera stretta tutti i festeggiamenti per il Natale. Nei paesi scandinavi, dove le notti sono tanto lunghe, la santa è stata adottata e proprio nel giorno che, secondo l’antico calendario, corrispondeva al solstizio d’inverno Santa Lucia è avvicinata alle antiche «feste della luce» che da tempi immemorabili le civiltà del Nord celebravano al solstizio d’inverno: quando sembra che il sole voglia lasciare la terra al buio e al gelo. Lucia è splendente per vincere il buio, vestita di bianco e con una corona di sette candeline accese in testa. In Scandinavia, tutti gli anni è rappresentata così ed è un giorno di grande festa. Vengono preparati dolci speciali allo zenzero e alla cannella, le ragazze della casa portano la colazione a letto ai genitori, si fanno cortei di ragazze e ragazzi, vestiti di bianco e recanti doni, in tutte le città, viene cantata la tradizionale canzone Santa Lucia”, ma soprattutto viene scelta la “Lucia”, la ragazza che verrà incoronata come tale a Stoccolma, addirittura dal premio Nobel per la letteratura. Santa Lucia esprime il profondo desiderio della luce dei popoli del nord Europa in questo periodo invernale, ma rappresenta sempre anche il desiderio della luce interiore propria di ogni essere umano. Protettrice della vista, sia per il suo nome Lucia dal latino lux, sia per una frase attribuitale dagli agiografi: “Ai non credenti toglierò l’accecamento” Ed è legato alla protezione della vista il dolce siciliano detto cuccìa che si consuma per devozione il 13 dicembre: è composto di chicchi di grano, in ricordo di una grande carestia che si abbatté sulla Sicilia; dopo le suppliche alla santa, arrivarono nel porto di Siracusa navi piene di grano e la popolazione affamata lo mangiò crudo e intero. Al grano di solito si aggiunge una manciata di ceci come simbolo degli “occhietti” della santa che protegge la vista. L’aspetto festoso della portatrice di doni è presente in un tradizione diffusa nel Nord, specialmente in Veneto. Più che Babbo Natale o la Befana, è santa Lucia che porta regali ai bambini. Il 13 dicembre scende nelle case attraverso il camino, e i bambini cominciano giorni prima a cantare ogni sera la canzoncina per propiziarne l’arrivo: “Cara mamma, mamma mia, presto vien santa Lucia, sarò buono e ubbidiente…”. La vigilia della festa, si svolge a Verona una grande fiera dei giocattoli. Il culto della martire di Siracusa ha la sua usanza più pittoresca in Svezia. La “Lucia di Svezia”, scelta ogni anno con un concorso di bellezza, è vestita di una tunica bianca, porta sulla testa una corona con sette candele accese, è accompagnata da compagne vestite di bianco e raccoglie i doni da distribuire per Natale ai poveri, ai malati, alle persone sole. Questa festa tradizionale nazionale è poi diventata un “gemellaggio” con la Sicilia:ogni anno la Lucia svedese si reca a Siracusa e, partecipa alla processione in onore della santa. Lucia fu una delle vittime della persecuzione di Diocleziano e Massimiano contro i cristiani, una furia che durò dal 303 al 311. Secondo la tradizione, apparteneva a una nobile famiglia siracusana, era già promessa sposa a un giovane del suo rango, quando avvenne l’episodio che le cambiò la vita. Essendosi ammalata la madre Eutichia, Lucia decide di accompagnarla in pellegrinaggio a Catania per chiedere la sua guarigione a sant’Agata, patrona della città. Le due donne ascoltano in chiesa il brano evangelico sull’emorroissa risanata dopo aver toccato un lembo della veste di Gesù, toccano il sepolcro di sant’Agata e subito Lucia ha la visione della santa catanese che le annuncia la guarigione della madre assieme al futuro martirio. Di ritorno a Siracusa, la giovane decide di consacrarsi totalmente a Dio, rinuncia al matrimonio e mette in vendite la sua dote per donarne il ricavato ai poveri. Era il 13 dicembre del 304, Lucia aveva probabilmente 25 anni. Le sue spoglie si trovano a Venezia, nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia, in un’urna di cristallo sopra l’altare. Le ricopre una veste di velluto rosso con ricami d’oro, il volto è celato da una maschera d’argento che fu fatta preparare nel 1955 dal cardinale Roncalli, patriarca di Venezia e futuro papa Giovanni XXIII. La chiesa si affaccia sul Canal Grande, da cui si può leggere questa iscrizione: “Lucia vergine di Siracusa in questo tempio riposa”. All’Italia e al mondo ispiri luce e pace”. Perché il corpo della martire sia stato trasportato così lontano dalla sua città, è storia legata alla conquista musulmana della Sicilia, quando molte reliquie vennero nascoste in luoghi sicuri. Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace, giunto nell’isola per liberarla dal dominio arabo, si fece indicare il posto segreto dove era protetto il corpo della santa e decise di trasportarlo a Costantinopoli per donarlo alla regina Teodora. Quando, nel 1204, Costantinopoli fu conquistata dai crociati, il doge Enrico Dandolo lo portò a Venezia. Da allora, attraverso missione diplomatiche, Siracusa ottenne dai veneziani alcune reliquie della santa. La più recente è stata consegnata il 13 dicembre 1988 alla Chiesa siracusana dal cardinale Marco Cé, allora patriarca di Venezia. In quell’occasione, il cardinale Cé disse: “Sono venuto per rendere testimonianza alla fraternità che lega la Chiese di Siracusa e di Venezia; una fraternità che unisce ai vincoli della fede quello dell’amore comune alla vergine e martire siracusana Lucia”. Inutile dire che la speranza dei siracusani è che l’intero corpo della santa venga prima o poi restituito alla loro città. e La celebrazione di S. Lucia nei paesi scandinavi ha radici profonde: oltre al ricordo della santa, si festeggia la luce che diminuisce fino al prossimo solstizio d'inverno; le fiammelle delle candeline a corona sul capo di Lucia, sono la luce che muore e poi ritorna; le tuniche bianche sono il simbolo della verginità come sacre vestali custodi del fuoco; le processioni sono un presagio rituale della natività e dell'attesa per la vita nascente, nel nuovo ciclo stagionale. Così 12 sono i giorni che separano Santa Lucia dal Natale come dodici sono i giorni del Natale fino alla festa dell'Epifania. Comme se frícceca la luna chiena… lo mare ride, ll’aria è serena… Vuje che facite ‘mmiez’a la via? Santa Lucia!Santa Lucia! II Stu viento frisco, fa risciatare, chi vò’ spassarse jènno pe’ mare… E’ pronta e lesta la varca mia… Santa Lucia! Santa Lucia! III La tènna è posta pe’ fá na cena… e quanno stace la panza chiena, non c’è la mínema melanconia! Santa Lucia! Santa Lucia! Pòzzo accostare la varca mia? Santa Lucia! Santa Lucia!… Versione itraliano I Sul mare luccica l’astro d’argento. placida è l’onda; prospero è il vento. Venite all’agile barchetta mia! Santa Lucia, Santa Lucia II Con questo zeffiro così soave, oh! Com’è bello star sulla nave! su passeggeri venite via! Santa Lucia, Santa Lucia. III In’ fra le tende bandir la cena, in una sera così serena. Chi non dimanda, chi non desia; Santa Lucia! Santa Lucia! IV Mare sì placido, vento sì caro, scordar fa i triboli al marinaro. E va gridando con allegria: Santa Lucia! Santa Lucia! V O dolce Napoli, o suol beato, ove sorridere, dove il creato, tu sei l’impero del armonia, Santa Lucia, Santa Lucia! VI Or che tardate, bella è la sera. Spira un auretta fresca e leggiera. Venite all’agile barchetta mia! Santa Lucia, Santa Lucia. Sul brano napoletano però è accesa una disputa, altre fonti riportano che il testo sia stato scritto dal barone Michele Zezza e pubblicato dal Cottrau in qualità di editore e compositore per la parte musicale, successivamente tradotto in italiano dallo stesso Cottrau per sancire l’unità d’Italia anche con le canzoni. La versione che però rese il brano famoso a livello mondiale fu quella del poeta e giornalista Enrico Cossovich (1822-1911) La tradizione scandinava sembra abbia avuto inizio nel 1764, quando un sacerdote, a Vestergotland, raccontò di essere stato svegliato, nel cuore della notte, da un canto misterioso. Al risveglio vide due fanciulle vestite di bianco, una con un candelabro d’argento acceso e l’alta che stava preparando la colazione sulla tavola. A poco a poco la processione dei bambini dalla prime case delle famiglie aristocratiche di Skane si è diffusa in tutta la Svezia nelle chiese, scuole, ospedali, centri anziani e nei vari luoghi di lavoro in cui Lucia e le sue damigelle portano doni e cantano canzoni . Alle finestre si sprecano i portacandele accesi che con il calore della fiamma fanno girare i carillon di carta appesi più in alto. Un’altra decorazione molto comune è la corona di grano addobbata con bacche rosse e candele accese La tradizione era diventata così popolare che nel 1927 un quotidiano di Stoccolma ebbe l’idea di inaugurare il primo concorso tra i lettori per votare la Lucia più bella. Da allora ogni anno si elegge una Lucia in ogni città e la “Lucia” dell’Anno è incoronata a Stoccolma da un Premio Nobel della letteratura. Non solo, la Lucia che vince il concorso di Miss vola fino a Siracusa per partecipare ai festeggiamenti siciliani. Le ragazze cantano…invece che “sul mare luccica”…sante lucie Durante la notte, il cuore diventa pesante In campagna e in città, Appena il sole se ne va, Le ombre si allungano. Allora nella nostra notte più scura Viene la sua luce più brillante Santa Lucia Santa Lucia Vestita di bianco La luce nei capelli Santa Lucia Santa Lucia IN SICILIA L’apertura della nicchia che custodisce il simulacro di Santa Lucia ha aperto ufficialmente i festeggiamenti in onore della patrona Santa Lucia a Siracusa. Martedì avrà luogo la traslazione del simulacro dalla cappella all’altare maggiore e l’indomani la solenne celebrazione eucaristica delle 10.15 sarà presieduta dall’arcivescovo di Bari Bitonto, monsignor Francesco Cacucci. Tanti gli ospiti anche l'ambasciatore di Svezia in Italia, Robert Rydberg, ma anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ed il comandante della Guardia di finanza in Sicilia, il generale di divisione Ignazio Gibilaro.Alle 15.30 prevista l’uscita del simulacro sul sagrato e il via alla processione che lo porterà fino alla Basilica di Santa Lucia al sepolcro dove resterà per l'Ottavario. Migliaia i fedeli che già oggi si sono recati in Cattedrale per rendere omaggio alla Santa. Stasera undicesima edizione del concerto «Note per Lucia» (alle ore 20.30 in Cattedrale) con il soprano Mio Kamiya ed Emanuela Degli Esposti all’arpa. Domani alle 11.30 celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvatore Marino con la partecipazione dei portatori e delle portatrici, dell’associazione devoti di Santa Lucia e dell’associazione Santa Lucia fra i falegnami. In serata, con inizio alle ore 20, nella chiesa Cattedrale, nell’ambito della rassegna «Parole d’organo», concerto del maestro Juan Paradell Solè, primo organista della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Palermo celebra Santa Lucia Storia della festa tra arancine e cuccia Oggi è il giorno di Lucia, patrona di Siracusa, considerata la protettrice degli occhi. Per questa ricorrenza, in Sicilia c’è sempre stata una forte e tenerissima devozione. Moltissimi sono i miracoli attribuiti alla giovane martire cristiana. Il più famoso, tramandato di generazione in generazione, risale al 13 maggio del 1646. Durante una grave carestia, la Santa invocata dalla popolazione affamata fece il miracolo: una nave carica di frumento arrivò in porto proprio mentre una colomba si posò sul soglio episcopale della Cattedrale. La gente vide in quella nave la risposta di Lucia alle loro preghiere. Il popolo stremato dalla fame non perse tempo a macinare il frumento, lo bollì e lo mangiò condito solo con un filo d’olio, creando così la cuccia. Da allora, per devozione e tradizione, nel giorno di Santa Lucia, in molte zone della Sicilia sono banditi pasta, pane e derivati, ma si cucina il grano intero. Resta da chiarire in quale città siciliane avvenne il miracolo. Ci sono infatti due versioni della storia. La prima, ambientata nella città natale di Lucia, Siracusa; la seconda, a Palermo. Non si è mai arrivati a stabilire quale delle due città fu salvata dalla carestia. Al di là di ciò, nel giorno in cui si venerà la Vergine siracusana, i palermitani, specialmente nei quartieri popolari, per devozione ricordano l’evento e si astengono per l’intera giornata dal consumare farinacei, sia pane che pasta, preferendo mangiare riso, legumi e verdure. Quasi tutti i panifici della città rimangono chiusi lasciando la scena alle numerose friggitorie, sia stabili che ambulanti, ricche di “panelle di ceci”, di “crocchè”. Le pasticcerie, invece, riprendendo l’usanza dei monasteri di utilizzare l’antica cuccia, offrono un dolce squisito a base di crema di ricotta e cannella o con scaglie di cioccolata che viene prodotto solo in occasione di questa festività. La tradizione vuole che il 13 dicembre, la regina incontrastata della giornata sia una palla dorata: la bellissima, calda, croccante e saporita “arancina“, come piace dire ai palermitani. Le origini di questa pietanza, molto probabilmente sperimentata dai Saraceni, sono quasi del tutto ignote. Alcuni storici pensano che le prime arancine siano state mangiate a Catania, dove vengono cucinate con una forma conoidale, per ricordare l’ Etna, il grande vulcano. Ma ciò che più divide è il genere del nome: si dice arancina o arancino? In molti, storici compresi, si sono interrogati cercando invano una risposta. L’arancino-a è, comunque, un piatto popolare, inventato per praticità piuttosto che per bontà, visto che venne sperimentata per durare a lungo. Veniva, infatti, fritta nell’ olio bollente, una palla di riso bianca (il pomodoro non era stato ancora importato dalle Americhe). Furono i cuochi della corte di Federico II ad integrare nella ricetta la panatura ed un ripieno all’interno più consistente. Oggi ne esistono svariate varianti per tutti i palati: le classiche al burro e alla carne, quelle con i funghi, i spinaci, il cioccolato, il gorgonzola, la salsiccia, il salmone e i gamberetti. Altri piatti che oggi è possibile trovare sulle tavole palermitane sono il grattò (dialettizzazione del francese “gateau” cioè torta), e il risotto alla palermitana con sparacieddi (broccoletti). IN SVEZIA La processione Le processioni della Santa Lucia svedese sono guidate da una bambina o ragazza che impersona Lucia seguita da damigelle e paggetti che indossano vesti bianche e cappelli con stelle dorate. Il corteo è chiuso da bambini vestiti come folletti. È una scena adorabile, con i bambini che cantano canzoni tradizionali natalizie e illuminano l’oscurità con le loro candele. Lucia e le sue damigelle donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori. Questa tradizione del Settecento si ripete in chiese, scuole, ospedali e luoghi di lavoro in tutto il Paese e non sarebbe Natale in Svezia senza Lucia, che segna il ritorno della luce nel giorno più corto dell'anno. IN BASILICATA Per una serie di vicende storiche a Melfi ha assunto la festa un importanza particolare ,nel complesso storico ai Giaconelli sono custoditi affreschi di straordinario valore artistico che raffigurano la vita della santa .Si preparano i caratteristici falò,quest’ anno tre grandi fuochi saranno fatti vicino alla chiesa di Santa Lucia ,a Largo Pagniello, e nella piazzetta di palazzo Donadoni.Saranno cucinate Pettole, patate sotto la brace e Aglianico, allietera’ il Duetto Lucano che si esibirà nella piazzetta antistante la Chiesa ,alle 17:30 processione con la statua che verrà condotta in Cattedrale, alle 19:00 benedizione dei fuochi. IN VENETO A Venezia la festa di Santa Lucia: alle ore 17.00 la Messa solenne presieduta dal Patriarca Francesco Mercoledì 13 dicembre si celebra la festa di S. Lucia, vergine e martire siracusana, le cui reliquie sono custodite proprio a Venezia nella chiesa parrocchiale dei Ss. Geremia e Lucia, non lontana dalla stazione ferroviaria. Il Patriarca Francesco Moraglia presiederà la messa solenne in programma nel pomeriggio alle ore 17.00. Le celebrazioni si terranno nel tempio veneziano ai seguenti orari: alle ore 8 (con i Padri Canossiani di S. Giobbe), 9, 10 (con il Capitolo dei canonici della cattedrale di S. Marco), 11, 12, 13 (con ottici, optometrici, elettricisti), 15, 16 (per il vicariato di Cannaregio – Estuario), 17 (messa solenne presieduta dal Patriarca), 18 (per i giovani) e infine alle 19. Nel giorno della festa la chiesa veneziana di S. Lucia rimarrà aperta, con orario continuato, dalle ore 7 del mattino fino alle 20.30 della sera; ci sarà anche la possibilità di vivere il sacramento della riconciliazione. A ROMA E MILANO la sua festa è molto sentita — ma oggi popolarissima soprattutto in Svezia. Talmente popolare che praticamente non esiste comunità, luogo pubblico, ufficio in cui non si accolga la piccola o grande processione di ragazze e ragazzi vestiti di bianco e guidati da Santa Lucia, impersonata da una giovane con una corona di candele sul capo. Anche nelle prigioni del Paese, Lucia entra a portare un momento di luce. Dolci allo zafferano e canti tradizionali molto curati fanno da cornice alle processioni più intime — e, come si diceva, diffuse tra i luoghi della gente — e a quelle più “ufficiali”, spesso abbinate a concerti nelle chiese delle città svedesi. Stoccolma è certamente, con Goteborg, la meta più facile da raggiungere, anche last minute, per gli italiani che vogliano gustare sul posto questa bella e suggestiva tradizione. SAS vola sulla capitale svedese direttamente da Milano e via Copenaghen da altre città italiane; Ryanair vola non stop da Roma e da Bergamo e Norwegian opera con voli diretti da Roma. Informazioni su Santa Lucia in città e su tutti gli eventi natalizi: www.visitstockholm.com. NEL RESTO D’ITALIA Per tutto ciò San Lucia, la piccola martire siracusana, è attesa come portatrice di doni in alcuni paesi del bellunese e del trevigiano, compresa Treviso, ma anche nel veronese, tant’è vero che ai bambini di quei luoghi si racconta ancora che Lucia sale le valli, provenendo dal capoluogo, seguita dall’asinello carico di doni: per l’animale i più piccoli preparano nella stanza dove dormono un piatto con fieno e semola. Anche in alcuni paesi del Trentino, e particolarmente nella Valsugana, i ragazzi pongono sulle finestre piatti o scodelle con la crusca per l’asinello. E nel bergamasco, nella notte fra il 12 e il 13 dicembre, mentre si attende l’arrivo della santa con il somarello, si mangiano dei dolcetti speciali detti “badì dè dama”: zuccherini grandi quanto una moneta e infiocchettati di carte colorate. Santa Lucia è festeggiata anche a Udine e nella pianura friulana: per l’occasione, nei pressi della chiesa del Redentore del capoluogo, si allestiscono bancarelle di giocattoli e dolciumi. La “luce” di Santa Lucia illuminerà ancora le giornate festaiole di due località del sud: Paola, in provincia di Cosenza, dove dal 13 dicembre e fino a Capodanno si possono degustare i prodotti tipici e ammirare bellissimi presepi. Mentre a Lecce ci sarà fino a Natale la “Festa di Santa Lucia”: un antichissimo mercato dedicato soprattutto alle figurine dei presepi e agli addobbi natalizi; ma ci saranno anche canti, e piatti tipici come i “Purceddhruzzi”, detti anche “Purcidduzzi” o “Pizzi cunfitti”: i tipici dolci natalizi del Salento e della Basilicata, il cui nome deriva dalla loro forma che ricorda piccoli porcellini. La tradizione tarantina vuole che l’ultimo “Purceddhruzzi” si riservi per il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, il “santo del porcellino”. Ma, come si diceva, anche a Roma e a Milano si potranno gustare ampi sprazzi della tradizione svedese di Santa Lucia. Mancherà il buio fitto che in Scandinavia cala presto nel pomeriggio e mancherà probabilmente la neve ma per il quinto anno consecutivo le Ambasciate di Svezia presso il nostro Paese e presso la Santa Sede, VisitSweden e Assosvezia hanno organizzato un calendario di eventi tutti improntati alla tradizione di Lucia. Al centro di tutte le manifestazioni, i giovani del liceo musicale Nordiska Musikgymnasiet di Stoccolna, che formeranno il corteo di Santa Lucia a iniziare dal concerto del 9 dicembre, alle ore 17 durante la Santa Messa in San Pietro. Il giorno dopo, sempre a Roma, altro concerto alle ore 11 presso il negozio IKEA di Porta di Roma e nuovo appuntamento nel cortile dell’Assessorato alla Cultura di piazza Campitelli alle ore 17. Il corteo si sposterà poi in piazza di Pietra alle ore 19,30. Qui l’ambasciatore di Svezia in Italia, Ruth Jacoby, porterà un saluto ufficiale mentre VisitSweden metterà in palio premi tra cui un weekend per due persone a Stoccolma; intanto tutti i presenti potranno gustare la bevanda tradizionale speziata glögg e i biscotti pepparkakor. A Milano, appuntamento unico alle ore 17,30 dell’11 dicembre presso la Chiesa di San Fedele nell’omonima piazza. DOVE ANDARE IN SVEZIA Nelle case, a scuola e nei luoghi pubblici, una ragazza viene scelta a impersonare la santa (chiamata Lussibrud, Lucia sposa) e, con sulla testa una corona di candele accese, circondata da altri ragazzi vestiti di bianco, partecipa a molti cortei cantando inni natalizi. Ma niente paura per chi si può fermare in città solo per il weekend: al museo Skansen Lucia viene celebrata già domenica 11 dicembre con un concerto sotto la direzione di Åsa Möckle Wall. Angelo Tajani, poi, racconta la storia e la tradizione di Lucia e i legami con la sua città natale: Siracusa. Il duomo, infine, e molte altre chiese ospitano concerti al mattino e alla sera, così come l’ arena di Globen , che ne ha organizzati due per l’11 e il 12 dicembre. Ma proprio nel nome di Nobel parte la scoperta delle ultime tendenze di Stoccolma, fra le nuove frontiere dello shopping e il recupero a nuova vita di vecchie aree industriali dismesse. Come è successo alla vecchia fabbrica di zolfo di Alfred Nobel (1891), appena a sudovest del centro, sul Lago Mälaren: Nobels Winterviken Vinterviksvagen 60, tel. 0046.8.4476215) è oggi un caffè molto frequentato e anche uno spazio espositivo. Nel piccolo villaggio di fine Ottocento, al limitare del bosco, le costruzioni industriali sono ora occupate per lo più da abitazioni private; fra prati e aiuole si arriva all’edificio principale in mattoni rossi, con eleganti finestre a rosoni che caratterizzano il primo piano, dove si allestiscono periodicamente mostre, feste, conferenze. Città di tendenza, Stoccolma è il paradiso degli acquisti di design. Che si tratti di moda o artigianato, industrial, interior o graphic, qui ci sono alcuni fra i migliori negozi del mondo, come Modernity (Sibyllegatan 6, tel. 0046.8.208025). Specializzato in vintage, vende gli oggetti cult della scuola scandinava del XX secolo (Aalto, Mathsson, Jacobsen) e una selezione di pezzi europei. Produzioni moderne, creativi emergenti e novità a ritmo continuo sono il plus di DesignTorget. Il negozio che ha dato origine alla catena, affollato soprattutto nel weekend, è al piano inferiore della Kulturhuset (l’edificio in vetro del 1974 a Sergels Torg, vicino alla stazione centrale, che ospita mostre, performance, una biblioteca, ma anche negozi e caffè). Dopo aver folleggiato per le vie dello shopping, ci si dirige verso Södermalm, l’isola del sud delle 14 che formano Stoccolma: a catalizzare qui l’attenzione dei visitatori è l’interesse è legato al fenomeno Millennium: la trilogia di Stieg Larsson che ha reso il quartiere in cima alla lista delle attrazioni turistiche. Ma la zona più trendy è SoFo, cioè sud Folkungagatan, un triangolo di strade che in brevissimo tempo, da area oscura e malfamata, è diventata la più hip. È per le vie di SoFo che si incontrano i cloni di Lisbeth Salander, l’eroina di Larsson, stesso abbigliamento, tattoo, piercing spinto, parte di quella popolazione un po’ freak che il sabato passeggia con cani e bambini al mercato all’aperto di Bondegatan: cd, vintage, giocattoli. Il quartiere però non rinnega le gradevoli atmosfere della tradizione: da provare la cucina casalinga del Pelikan, aringhe, salmone affumicato, gamberi, in un ambiente art déco con soffitti affrescati. Dolci allo zafferano e canti tradizionali molto curati fanno da cornice alle processioni più intime — e, come si diceva, diffuse tra i luoghi della gente — e a quelle più “ufficiali”, spesso abbinate a concerti nelle chiese delle città svedesi. Stoccolma è certamente, con Goteborg, la meta più facile da raggiungere, anche last minute, per gli italiani che vogliano gustare sul posto questa bella e suggestiva tradizione. SAS vola sulla capitale svedese direttamente da Milano e via Copenaghen da altre città italiane; Ryanair vola non stop da Roma e da Bergamo e Norwegian opera con voli diretti da Roma. Informazioni su Santa Lucia in città e su tutti gli eventi natalizi: www.visitstockholm.com. Fonti: http://terreceltiche.altervista.org/il-giorno-di-santa-lucia/ https://www.riscossacristiana.it/il-culto-di-santa-lucia-di-don-marcello-stanzione/ http://viaggi.corriere.it/viaggi/weekend/stoccolma-nobel-santalucia/ http://ontanomagico.altervista.org/santa-lucia.htm http://parliamone.eldy.org/2009/12/santa-lucia-la-santa-siciliana-emigrata-in-svezia/ http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=2259&categoria=1&sezione=37&rubrica= http://archivio.blogsicilia.it/palermo-celebra-santa-lucia-tra-arancine-e-cuccia/ http://www.ilmessaggero.it/AMP/santa_lucia_roma_milano-735753.html https://visitsweden.it/la-festa-di-santa-lucia-svezia/ Per approfondire: http://https://www.google.it/amp/s/axismundi.blog/2017/12/12/lussi-la-luminosa-il-doppio-pagano-e-oscuro-di-santa-lucia/amp/
mercoledì 13 dicembre 2017
SANTA LUCIA : LA STORIA DELLA FESTA LEGATA ALLA LUCE
LA STORIA DELLA FESTA LEGATA ALLA LUCE